
Uno squillo gentile e acuto è quello che si leva alla sera del 28 agosto u.s.: è la decima campana che
fa sentire la sua voce argentina e sonora, inserendosi nel concerto delle altre nove che dal 1910
ornano il campanile della basilica di Re.
Offerta per ricordare lo zelo apostolico dei padri oblati Gaspare Uccelli e Gianfranco Valsesia che
per cinquant’anni servirono il santuario della Madonna del Sangue e le moltitudini dei pellegrini
che qui in gremio Matris accorsero, è stata innalzata la sera del 28 agosto dalla ditta Audema di
Brescia; pesa 214 kg e suona la nota do acuto; completa il concerto di otto campane realizzato
all’inizio del secolo scorso da don Giovanni Antonio Peretti: nove bronzi, cioè, che possono essere
suonati in due tonalità, la prima in si bemolle, la seconda in mi bemolle. Ora la decima aggiunta,
con il suo do acuto, consente di suonare a martello diverse melodie, tra cui la celebre «
Ave lodiamo
te, o Madonna di Re
», composta nel secolo scorso dell’indimenticato padre Uccelli. Ma è anche un
omaggio al Santo Padre Lleone, che nell’agosto del 2005, allora solo generale degli Agostiniani,
giungeva pellegrino nel Santuario. Che sia uno squillo, che lo invita, oggi, da papa a tornare qui a
Re in gremio Matris. Noi facciamo l’invito: speriamo che non cada nel vuoto.
Padre Marco Canali