Col Bollettino in viaggio nel tempo
LA I GUERRA MONDIALE n. 2
Continuiamo la lettura guidata delle pagine del Bollettino, che si dedicò alla prima guerra mondiale (1914-1918). Nel primo articolo ci siammo occupati della sezione Preghiere per pace. Ora c'interessiamo di:
2) Lettere dal fronte Sin dalle prime fasi del conflitto i soldati escogitano un efficace modo per raggiungere i propri cari a casa. Scrivono lettere, per lo più indirizzate al parroco di Re, mons.Giovanni Antonio Peretti. Pubblicate sul Bollettino queste non raggiungono solo i parenti, ma anche tutta le comunità della Val Vigezzo, che, come una grande famiglia, si stringe in un abbraccio ideale intorno ai giovani viggezzini impegnati al fronte. Ne riportiamo alcune, cogliendo il messaggio che vogliono comunicare.
- «Ill. Signor Vicario,
Dal fronte, 10 giugno 1915
Mi permetto di scriverle queste righe, che certo accetterà, la sua persona à (sic) sempre inspirato in me grande fiducia di padre. Posso ringraziare Dio e la nostra Vergine del Sangue della buona salute sempre goduta. Finora i destini sono stati favorevoli. Il 27 maggio partii per la prima avanzata. Abbiamo avuto il nostro battesimo di fuoco che cominciò a mezzo giorno e terminò verso le otto con grande nostra vittoria. Le perdite nostre furono leggerissime, mentre gravi toccarono al nemico, al quale prendemmo anche una cinquantina di prigionieri. Nella seconda avanzata vi è poco da segnalare. Il nemico aprì forte fuoco di artiglieria senza risultato, mentre da parte nostra non si fece fuoco. L'inseguimmo occupando una lunghissima trincea nemica costruita negli ultimi mesi con polveriere e altri reparti e fortificati anche da gran quantità di reticolati. Tuttavia il nemico non ci oppose resistenza. Reverendissimo Vicario, consolate e animate i nostri genitori pieni di timore per la lontananza dei loro figli. Con le preghiere aiuti anche noi, che il giorno della pace verremo tutti a ringraziare la nostra cara Madonna della protezione usataci. Di cuore accetti i miei saluti, mentre mi dico ADORNA GIOVANNI, Genio Minatori, 1°Com.1» Di questa lettera vogliamo sottolineare l'affetto e la stima che i soldati nutrono nei confronti del loro parroco, percepito come un secondo padre. A lui affidano i sentimenti del loro cuore e lo incaricano di essere il collegamento con la loro famiglia. Emerge anche il forte desiderio della pace.
- «Dal Campo, 14-6-15
Da circa un mese che è cominciata la marcia della rivendicazione italiana, quante cose ho potuto vedere e soffrire! Nei primi giorni l'avanzata è stata bellissima. I paesi al nostro passaggio si imbandieravano e prendevano un aspetto festivo, la popolazione ci salutava nella nostra dolce lingua, entusiasta e fuori di sé dal piacere gioiva a batttere le mani. Dall'8 al 12 abbiamo fatto un'avanzata che ci ha costato alcuni sacrifici, ma che è stata gloriosa e fortunata per le armi italiane. Il 10 si fece un assalto alla baionetta. Io prima dell'assalto ho raccomandato l'anima al Signore, mi sono messo sotto il patrocinio di Maria S.S. del Sangue baciando teneramente l'immagine, quindi mi slanciai al grido di: Avanti Soldati, Avanti Savoia, del comandante, pieno di santo coraggio, contro le trincee nemiche... In verità in mezzo al fischiare orribile di tante palle nemiche sono uscito salvo per miracolo della nostra cara Madonna e l'assicuro Monsignore che scioglierò ai piedi della miracolosa Effigie gli ardenti voti fatti appena ritornerò al patrio luogo. Mi raccomando vivamente alle di Lei orazioni, e gradisca, Monsignore veneratissimo, saluti da chi sempre l'ama e lo ricorda. Domando perdono dell'orribile scritto: sono in trincea2». A riguardo di queste righe vogliamo evidenziare un contrasto. Da una parte c'è la propaganda che inneggia alla guera come soluzione dei problemi e fa dei soldati degli eroi. Dall'altra abbiamo la descrizione nuda della realtà del campo di guerra dove il pericolo è sempre imminente. Il fronte di guerra fa capire quanto sia precaria la nostra vita. Il pericolo scampato è attribuito all'intercessione della Madonna di Re. I soldati la sentono vicina soprattutto nei frangenti più terribili, dove l'uomo è davanti alla sua vulnerabilità e la vita è davvero appesa ad un filo.
- «Non le nascondo che mi trovai moltissime volte in campo ai combattimenti e mi vidi pericoli molto gravi, come è naturale, ma io confidai sempre nella Vergine S.S. di Re, che mi à aiutato più volte. Ora le narrerò un caso successomi l'ultima volta che fui al combattimento. Il mattino del giorno 22 iniziammo la conquista di una piccola altura e la sorte ci fu favorevolissima, tanto che facemmo numerosi prigionieri, e gli altri si diedero alla fuga cedendoci le loro posizioni. Mentre mi trovavo in una trincea conquistata sento un forte fischio nell'aria, indi come un enorme lampo, ed in seguito un orribile scoppio e molti macigni si sollevarono in aria producendo un ronzio infinito. Era un obice da 305 e mi era scoppiato a circa 3 metri. Il tascapane che portavo a tracolla mi fu strappato da una grossa scheggia e saltò in aria di circa venti metri. I miei compagni vedendo quel tascapane in aria credettero che era la mia testa e ne erano terrorizzati: ma quale non fu la loro meraviglia quando mi videro uscire agilmente dall'immensa nuvola di fumo nero come un carbonaro sì, ma completamente illeso. Ed in simile caso dovetti essere convinto della presenza della Vergine che mi aiutò, altrimenti sarei stato frantumato. Ebbene io le prometto sopra la mia parola d'onore di soldato che se ritornerò sano e salvo andrò a ringraziarla pubblicamente e vi deporrò un quadretto in memoria...
suo Peppino Comaita3»
Le parole del soldato ci dicono tutto l'orrore della guerra. Al di là della retorica dei guerrafondai si manifesta il fine dell'azione bellica: eliminare l'avversario. La morte aleggia come una costante nelle varie operazioni. Ogni soldato è consapevole che vale il detto latino mors tua, vita mea: la tua morte è la mia vita. Il rischio è sempre in agguato e le armi, sempre più efficaci, non fanno altro che aumentare il senso d'insicurezza dei soldati. Peppino Comaita svela la guerra per quello che è. È l'ambito in cui l'uomo, dando sfogo all'invidia ed alle gelosia, si comporta verso il simile come Caino nei confronti di Abele. Nella guerra l'uomo è guidato dai sentimenti più abietti e riprovevoli. Viene attualizzato il detto: homo homini lupus: l'uomo è lupo verso l'altro uomo.
- Lettera del soldato Silverio Cattani di Zornasco, degente per ferite all'ospedale di Pordenone: «Cara moglie,
...Le mie ferite vanno abbastanza bene, e sono lieto di essere sempre stato in prima linea e di essere stato dei primi a passare il confine... Avevo preso parte a vari combattimenti senza ferite, quando nella battaglia del 21 luglio giunse il mio colpo. Fui ferito sul M... da una palla di fucile al piede destro e da un colpo di baionetta alla gamba sinistra. La nostra cara Madonna di Re m'aiuti a guarire perchè possa... a guerra finita rivederti col bambino.4». Il cuore dei militari è sempre proteso verso gli affetti familiari.
- «Monsignore,
Coll'animo riconoscente alla Provvidenza di Dio Le comunico che mio figlio Franco volontario diciannovenne del... Alpini è tornato salvo al Plotone Allievi Ufficiali dove si trova ora dopo aver combattuto a Tolmino, al monte Mirzli, e dopo aver preso parte all'assalto del forte Santa Lucia! Nell'ultima fazione di guardia agli avamposti vide cadere combattendo con lui quattro uomini della squadra ch'egli comandava tra i quali l'ottimo suo amico Adorni! Mio figlio Franco, educato da noi e dai nonni, a sani principi religiosi, serba al collo una medaglia della Madonna di Re, e prima di combattere e combattendo ne invocò la protezione
Prof. A. Cioia5»
Il riferimento alla Madonna di Re non è finalizzato esclusivamente alla protezione. La Madonna di Re, credo, è colei che in mezzo a tanta crudeltà e bestialità, custodisce nel cuore dei soldati sentimenti d'umanità e di pietà.
Continua...
1Il Santuario di Re. Periodico mensile, n. 77, 1º agosto 1915, p 59-60.
2Il Santuario di Re. Periodico mensile, n. 77, 1º agosto 1915, p 60.
3Il Santuario di Re. Periodico mensile, n. 78, 1º settembre 1915, p 66-67.
4Il Santuario di Re. Periodico mensile, n. 78, 1º settembre 1915, p 67.
5Il Santuario di Re. Periodico mensile, n. 80, 1º novembre 1915, p 83.