La sacrestia

06 marzo 2021

La sacrestia

LA SACRESTIA DELLA BASILICA

Nella festa di S. Giuseppe 2021 è terminato il lavoro riguardante il restauro della sacrestia e la costruzione e la posa di nuovi mobili.

È interessante esaminare le carte dell'archivio. Esse ci documentano il fatto che l'attuale sacrestia era inizialmente l'Oratorio di S. Giovanni Battista.

La cappella risale alla metà del '400 e la donazione fu fatta dal Signor Leone dei Franzinetti di Re.

Questa cappellania decadde totalmente con l'applicazione delle leggi italiane dell'incameramento dei beni ecclesiastici non legati a cura d'anime (1855).

Il beneficio di S. Gv. Battista scomparve, ma il suo oratorio rimase, incorporato alla Chiesa di S. Maurizio.

Dell'antico oratorio restano tenui tracce delle pitture murali che un tempo lo decoravano: una Madonna cinquecentesca con Bambino in braccio, affrescata sul muro settentrionale.

All'inizio degli anni 1920-21 Mons. Peretti “espropriò” l'oratorio di S. Giovanni Battista, usato dalla confraternita del Santissimo Sacramento, per adibirlo a Sacrestia del Santuario, in quanto l'antica sacrestia doveva essere demolita per fare spazio alla nuova chiesa.

Così per 80 anni fu il luogo dove i sacerdoti pellegrini alla Madonna del Sangue rivestivano i sacri paramenti per celebrare la S. Messa.

Il rettore padre Uccelli (1907-2008), nel tempo del suo governo, dotò la sacrestia di moderni armadi, ma a causa dell'umidità non si sono conservati.

Pertanto all'inizio di questo secolo la sacrestia presentava alcuni problemi: il soffitto in legno (cannette intonacate) ad ogni cambio di stagione lasciava cadere pezzi e il pavimento, anch'esso di legno, appoggiato sulla terra, rilasciava tanta umidità, al punto di compromettere la conservazione degli antichi paramenti ricamati in oro.

Nell'anno 2003 ho presentato questi problemi al giovane Ing. Franco Falciola. Egli, dopo aver consultato il direttore dell'Ufficio Arte Sacra della Diocesi di Novara il Can. Carlo Scaciga, ha operato i seguenti interventi:

Realizzazione di una intercapedine esterna per eliminare l'umidità di risalita e le infiltrazioni provenienti dalla strada; realizzazione di un vespaio sotto pavimento e la posa del riscaldamento a pavimento; il soffitto è stato oggetto di un consolidamento strutturale mediante il rinforzo della soletta.

I lavori edili furono affidati a Mauro Cavalli da Malesco, mentre quelli concernenti l'impianto di riscaldamento a Neri Leone da Masera

Risanato l'ambiente, è intervenuto il prof. Gianni Pizzigoni, direttore del Museo del Paesaggio di Verbania, il quale ha redatto un progetto completo dell'Arredo della Sacrestia.

Nel 2007 i coniugi Maria e Severino Piana di Luzzogno affrescano il soffitto e l'altare del Crocifisso.

Contemporaneamente Eugenio Vietti da Bee, con i suoi figli Marco e Giorgio, prepara gli armadi secondo i disegni del prof. Pizzigoni.

Le lesene degli armadi sono scolpite da Franco Amodei da S. Maria Maggiore, mentre il cornicione dorato è preparato in Valle Strona.

Nell'atrio della Sacrestia Battistino Locatelli colloca un elegante armadio in noce che custodisce i paramenti preziosi provenienti dal Monastero della Visitazione di Arona (1647-2014).

E quindi due generosi coniugi, Giovanni e Rosangela, offrono un'opportuna illuminazione.

A completare l'opera giunge Mario Sommaruga da Rho il quale dona vetrate istoriate per la sacrestia e per l'atrio. Queste preziose vetrate sono preparate personalmente dal sig. Mario.

E con le vetrate si direbbe che l'opera è terminata. NO!!

Lavoro delicatissimo fu quello di Marino Gardini e don Ezio Piazza che collocarono con criterio liturgico gli antichi e i nuovi paramenti negli armadi.

A preservare e proteggere gli antichi ricami, i cassetti del grande armadio centrale (opera di Giovanni De Stefani, 1925) furono foderati con lenzuola in lino dono di Beatrice Gozzola da Villalesa e di altre pie persone.

Ora la sacrestia custodisce paramenti antichi e paramenti nuovi e qui potremmo dire che l'opera è compiuta. NO!!

Per mantenere bene la sacrestia occorrono persone competenti, che lavorano con finezza.

Ed ecco che la Provvidenza ha chiamato a Re don Pier Carlo Comazzi che, oltre al lavoro pastorale, vigila che in Sacrestia tutto sia ben ordinato. Marinella Carrara settimana dopo settimana lava e stira tutta la biancheria liturgica come ha imparato dalle Figlie di San Giuseppe, che in anni lontani si occuparono dei Paramenti di Re.

Ma non ho ancora terminato......la sacrestia ci ricorda tanti benefattori che hanno arricchito la Casa della Madonna........quando apro l'armadio dei calici mi ricordo di sacerdoti che hanno donato al Santuario il loro calice personale: Padre Bracchi, don Boselli, don Lanzini, P. Amedeo Grab, il card. Morozzo... E poi il bastone pastorale del card. Poletti, la mitria del servo di Dio Francesco Fasola.....

E poi quante tovaglie! E gli ostensori......tra gli ostensori si distingue quello donato dal dott. Giuseppe Cadario.

E allora concludo ricordando che la Sacrestia è grande e può accogliere ancora tanti preziosi paramenti perché ogni generazione possa dire fervorosamente:

Dilexi decorem domus tuae, Domina!

(ho cercato la bellezza della tua casa, o Maria)

 

Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato con intelligenza e passione per realizzare questa opera e dico con il salmista: Quanto è dolce abitare la tua casa, o santa Maria del Sangue!

 

P. Giancarlo Julita

 

 

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