Nel 1896 il dott. Giacomo Pollini a Torino pubblicava Statuti antichi; documenti e antichità romane di Malesco. In questi giorni di "studi forzati" a motivo della Pandemia questo testo mi ha guidato nel conoscere meglio la valle nella quale vivo felicemente da 40 anni. Trascrivo quanto il Pollini dice riguardo alla Madonna di Re:
« Che vi sia ancora molta fede nella Valle e nell'Ossola per la Madonna di Re, ne abbiamo una prova evidentissima nei lavori straordinari eseguiti in quel paese. E così nel 1888 la bellissima piazza fatta davanti alla chiesa, per la quale si dovette abbattere una grande quantità di case e di stalle, cioè fare un vero sventramento, e nel 1889 la costruzione di quel grandioso Ospizio pei pellegrini, che non è inferiore a quelli nel Biellese. Finalmente il progetto d'ingrandimento della chiesa e la ricostruzione della cappela attuale della sacra reliquia in modo da potervi celebrare la messa.
L'iniziatore e l'anima di tutte queste opere è il degnissimo sacerdote Gio. Antonio Peretti da S. Maria, Vice Parroco del Santuario, il quale novello Sisto V dalla cui famiglia sembra discendere, ne avrebbe ereditato un'indole tenace e una volontà inflessibile, e così la fermezza necessaria a tenere testa a tutte le noie e brighe suscitategli contro da alcuni male intenzionati e malevoli del paese, contrari a quello sventramento, e a tutte quelle opere, colle quali ora ha fatto di Re uno dei paesi più belli di Vigezzo.
Sia perciò lode a lui che col suo coraggio e col suo operato, si è reso benemerito non solo del Santuario, ma anche della Valle. E un encomio va pure dato all'arciprete locale D. Maurizio Barbieri da Malesco, Vicario Foraneo, il quale per l'imponente ospizio elargì primo la vistosa somma di cinquantamila lire; per cui, in base allo Statuto che conferisce il diritto all'oblatore di una tale somma di dargli il proprio nome, l'ospizio venne chamato Ospizio Barbieri».
La citazione è tratta da: G. Pollini, Statuti antichi; documenti e antichità romane di Malesco, studi e ricerche del dottore Giacomo Pollini,Torino, 1896, pp.70-71.
P. Giancarlo