Alle prime luci di martedì 23 gennaio, presso l'Hospice di Arona, si spegneva Padre Mario Airoldi. Originario di Galliate, ordinato sacerdote nel 1964, oblato diocesano, ha trascorso la sua vita sacerdotale dapprima nella parrocchia di San Giuseppe in Novara, in seguito alla Badia di Dulzago (Bellinzago), in Seminario come padre spirituale e, negli ultimi anni, presso il Santuario di Boca.
Il suo ministero è stato caratterizzato da diversi aspetti. Provo a condividerne tre. Il primo è l'attenzione verso i poveri e i disagiati che egli ha sempre seguito ed aiutato con molta generosità. Spesso li indicava come i suoi maestri: dalla loro vita tribolata sapeva trarre insegnamenti molto preziosi. Il secondo tratto è stato l'accompagnamento spirituale delle tante persone che a lui si rivolgevano: sacerdoti, laici impegnati nella pastorale parrocchiale, famiglie in difficoltà, e anche persone lontane, ma alla ricerca del volto di Dio. Era raro arrivare alla Badia e trovarlo da solo. Spesso, prima di essere ricevuti, occorreva aspettare un po' di tempo. Tutte le volte si veniva accolti con affetto e subito i propri problemi diventavano i suoi problemi. L'ascolto era attento e sapienti e virtuosi erano i consigli che offriva. Ogni volta invitava a fermarsi a pranzo o a cena alla sua mensa, cucinando con lui. I suoi figli spirituali non erano dimenticati; non passava troppo tempo senza ricevere una telefonata con cui chiedeva come andassero le cose. Il terzo aspetto è stata la predicazione. Tante le richieste di suoi interventi per feste in parrocchie o corsi di esercizi. La sua predicazione, seppure abbastanza lunga, non era mai noiosa. Sapeva condurre l'ascoltatore per sentieri inusituati in cui lasciava intravedere, a noi distratti, la profondità della sua vita spirituale. Tutto questo era frutto di una profonda preparazione che l'aveva portato non solo a conoscere i testi dei padri della chiesa, ma anche gli autori contemporanei: Madeleine Delbrêl, Etty Hillesum e tanti altri, di cui coglieva il cuore del messaggio, insieme allo struggimento interiore.
Qui a Re lo ricordiamo sopratutto per le volte in cui ha accompagnato i seminaristi. In primavera, in preparazione al Rito di ammissione agli Ordini sacri, portava i ragazzi per una giornata di ritiro che si chiudeva con la Consacrazione alla Madonna.
La folla, che giovedì 25 gennaio gremiva la Basilica di Boca per i suoi funerali, era un chiaro riconoscimento alla grandezza di un uomo che ha fatto dell'umilità un tratto significativo della sua vita. Affidandolo all'intercessione della Vergine del Sangue, ringraziamo Dio per averci dato un moderno Padre della Chiesa.
M. G.