IL PIAZZALE SILVIO GALLOTTI
Per descrivere il Piazzale Silvio Gallotti occorrono 3 P: Pensato, Progettato e Popolato.
1- Pensato da tante persone di buona volontà che vedevano l'urgenza di un parcheggio per le macchine dei pellegrini. Dagli anni 50 divennero sempre più numerose; soprattutto nei giorni festivi a Re trovare uno spazio ove parcheggiare diventava un'impresa. Ricordo che il vigile cav. Adorna dagli anni 80 ogni domenica sera mi ricordava questa urgenza e diceva: «Tanti arrivano, non trovano posteggio e ripartono senza visitare il Santuario».
Di questa esigenza per il nostro Santuario ne parlai nei primi anni 90 con il Vicario Generale della Diocesi, mons. Germano Zaccheo (1934-2007), il quale diede carta bianca per iniziare l'impresa. Nel 1995-96 acquistammo i primi appezzamenti dei terreni sottostanti la Basilica e il 10 luglio 1996 al piazzale arrivò il primo camion. Nel 1997 venne rogitato il primo atto notarile presso il notaio Vitale; in seguito presso Laurini, Lanteri, Mendola (2020).
Contemporaneamente il Comune di Re provvide alla strada di accesso al piazzale ed ecco che giunsero le prime macchine.
Dal Piazzale, poi, si accedeva alla Basilica attraverso una scala.
E intanto continuava l'operazione acquisto terreni e il piazzale si estendeva.
Il 7 aprile 2000 venne a visitare l'opera l'assessore regionale Racchelli il quale ci assicurò un consistente aiuto. Per cui nella primavera 2000 ripresero i lavori di costruzione dei poderosi muraglioni di contenimento.
S. E. mons. Amedeo Grab benedisse la prima parte del piazzale il 26 agosto 2001, la parte sottostante la facciata della Basilica.
In quel giorno la corale di Arona, diretta dal maestro Agostini, eseguì il Te Deum di Charpantier e poi chiuse il solenne rito di benedizione con il salmo 116: Laudate Dominum, omnes gentes, laudate eum omnes populi.
Non poteva esserci conclusione migliore che questo esplicito invito rivolto a tutti i popoli; infatti il piazzale è luogo d'incontro per tutti coloro che bussano alla porta di Maria.
La Provvidenza ha voluto che a benedire il piazzale fosse il presidente dei Vescovi europei; non è anche questo un segno?
Nel frattempo Aldo Bellardi provvedeva a piantumare le aree circostanti il piazzale.
Il 1 giugno 2006 si acquistò il “prato di S. Giovanni” e con questo il piazzale era completo (la denominazione prato di S. Giovanni risulta già nella mappa Rabbini).
Per la munificenza della fam. Spadea nell'anno 2011 il piazzale è stato asfaltato e il 15 agosto mons. Amedeo Grab procedeva alla solenne benedizione, alla presenza dei sindaci che in questo frattempo si erano succeduti alla guida del Comune di Re.
La benedizione veniva impartita dall'alto, dal parco G.Uccelli, area verde per momenti di sosta e contemplazione e anche per celebrazioni all'aperto.
2- Progettato dall'Ingegner Falciola Franco e dall'Arch. Giovanna Falciola il piazzale ha visto la sua realizzazione a partire dalla fine degli anni 90 mediante un insieme sistematico di opere edili che hanno visto in prima istanza il livellamento del terreno per la realizzazione delle fondazioni dei muri di contenimento verso valle (lato ferrovia e lato Rio Brieria), la graduale realizzazione di muri in cemento armato da parte dell'impresa Cavalli Mauro di Malesco, il livellamento del terreno di riporto all'interno dei muri di contenimento per riportare la superficie di parcheggio alle quota di progetto. La realizzazione del parcheggio è avvenuta in più fasi a seconda delle disponibilità dei terreni delle aree oggetto di intervento.
L'architettura del piazzale ha tenuto conto delle forme già presenti in loco, infatti il perimetro del piazzale è stato concepito con forma arrotondata, quasi a circoscrivere le zone poste a valle della Basilica, creando un anello più basso rispetto alla strada statale che racchiude al suo interno il Santuario.
Il progetto ha avuto inizio, come detto precedentemente, a seguito della realizzazione della strada da parte del Comune di Re, che ha consentito di raggiungere l'imbocco del piazzale e l'area della Parrocchia, urbanizzata a seguito della realizzazione, su progetto del Geom. Giozza Giancarlo, della struttura ad autorimesse a servizio della casa parrocchiale e dei servizi igienici utilizzabili dai pellegrini che, parcheggiando nel nuovo piazzale, si accingevano ad usufruire della scala di accesso alla zona del Santuario.
Il piazzale presenta una superficie complessiva di circa 4.500 mq, al netto delle aree a verde poste nella zona a monte delle stesso in corrispondenza dell'altare. Risulta totalmente asfaltato, piantumato nella parte centrale allo scopo di realizzare un filtro visivo dell'area, recintato ed è dotato di un sistema di smaltimento delle acque meteoriche.
Tra il 2008 ed il 2010 il comune in accordo con la Provincia e la Parrocchia di Re ha realizzato lo svincolo di accesso dalla strada statale 337, verso il parcheggio del Santuario, consentendo quindi l'accesso anche ai pullman al nuovo Piazzale, completando il percorso programmato circa 15 anni prima di realizzare uno spazio accessibile e fruibile da tutti i pellegrini che volessero visitare il Santuario.
3- Popolato: sì il piazzale Silvio Gallotti non è il parcheggio al servizio di un grande centro commerciale, ma è il piazzale del Santuario della Madonna del Sangue. Fin dall'inizio i Padri Oblati vollero porre le statue dei santi; la prima statua fu quella di S. Giuseppe, il fedele custode della Casa di Maria...
Poi arrivò P. Pio da Pietralcina, quindi S. Giovanni Paolo II, il papa del nostro tempo; Madre Teresa; Giovanni XXIII, S. Rita e non è ancora finito... e abbiamo piacere di affermare che contiamo di porre tante statue dei santi... perché come scrive il Manzoni (cf. Pentecoste) la missione della Chiesa è quella di formare i santi... «Madre dei Santi».
Al centro del piazzale su una stele in granito un artistico medaglione in bronzo, opera del professor Terruggi, rappresenta don Silvio Gallotti al quale è dedicato il piazzale.
Ecco perché al Piazzale Silvio Gallotti e al Parco San Giuseppe ci sono posti liberi... sì perché ogni battezzato è chiamato alla santità (LG).
A riguardo del Piazzale, che va popolandosi di Santi, mi piace riportare quanto dice Papa Francesco: «i santi sono ancora qui, non lontani da noi; e le loro raffigurazioni evocano quella “nube di testimoni” che sempre ci circonda. I santi ci ricordano che anche nella nostra vita, pur debole e segnata dal peccato, può sbocciare la santità. Un santo è la testimonianza di un uomo o una donna che ha incontrato Gesù e che ha seguito Gesù. I Santi contemplano Dio, lo lodano e non cessano di prendersi cura di coloro che hanno lasciato sulla terra... In Cristo c'è una misteriosa solidarietà tra quanti sono passati all'altra vita e noi pellegrini in questa: i nostri cari defunti, dal Cielo continuano a prendersi cura di noi. Loro pregano per noi e noi preghiamo per loro, e noi preghiamo con loro» (7-IV-2021).
Dunque il Piazzale Silvio Gallotti non è terminato, ma deve continuamente essere aggiornato perché anche nel nostro tempo si manifestano tanti nuovi santi.
Aspettiamo la beatificazione del Papa Pio XII, il papa che ha proclamato il dogma di Maria assunta in cielo in anima e corpo il 1 novembre 1950, e poi collocheremo anche la sua statua.
Dopo le tre P (pensare, progettare, popolare) permettetemi di coniugare al presente indicativo il verbo ringraziare; voglio ringraziare tutti coloro che con viva cordialità e generosità hanno sostenuto la realizzazione di quest'opera e sono tanti...
Un grazie particolare all'ingegner Falciola per la sua professionalità e sentita cordialità. Affido il mio grazie al cuore di Maria perché Ella lo diffonda nel cuore di tutti.
Quindi la storia del piazzale Silvio Gallotti non ha fine perché continua ogni giorno ad accogliere i pellegrini che salgono a Re e continua ad accogliere i nuovi santi che la Chiesa propone alla nostra imitazione.
Il grande piazzale non è stato lasciato solo; verso levante ha già avuto inizio la costruzione del parco S. Giuseppe... ci sono già sette tavoli in pietra con relative panche... con tanto verde e questo è un segno di accoglienza e un nostro impegno per i prossimi anni.
Sit finis scribendi, non sit finis operandi.
Re 29 aprile 2021