La domenica V di quaresima (Passione del Signore) in Santuario a causa della zona rossa si è celebrata la Messa solo alle 10 e poi lunghe ore libere per pregare - studiare - amare (ho cercato di coniugare questi tre verbi).
Questi tre verbi sono stati commentati ampiamente e con approfondimenti teologici dal nostro Vescovo Franco Giulio (cfr. Osservatore Romano ottobre 2018).
La sorgente di questa felice e sintetica intuizione si trova in un appunto di S.S. Paolo VI del 1965. Questi tre verbi non solo costituiscono un metodo per una predicazione incisiva, ma oso definirli un programma di vita per un sacerdote e per tutti coloro che vogliono fare della loro vita "un'offerta viva gradita a Dio".
Nei 40 anni del mio cammino sacerdotale ho incontrati alcune persone che decisamente hanno coniugato al presente indicativo "pregare, studiare, amare".
A Re nel tempo estivo ho avuto modo di vivere ore serene e ricche di cultura con Mons. Piero Zerbi, prorettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e docente di Storia Medievale. Anche in tempo di vacanza era fedele al suo programma: pregare, studiare, amare.
Nel tempo della mia formazione ho incontrato un esempio luminossisimo in Mons. Pietro Spagnolini, docente di Sacra Scrittura al Seminario vescovile di Novara. Per 4 anni fui suo alunno e mi colpiva la sua dedizione alla scuola e l'ordine delle sue giornate: pregare, studiare, amare.
Ma non ho incontrato solo sacerdoti che hanno saputo pregare - studiare - amare.
Tra i laici ricordo il prof. Cominazzini di Novara, docente universitario e direttore dell'Ufficio Igiene della Provincia di Novara. Iniziava le giornate con la S. Messa. Studiava per essere aggiornato. Non perdeva tempo, ma per strada si fermava con i poveri.
Don Pio Snider, della diocesi di Lugano, anch'egli durante il tempo di vacanza a Re era fedele a questo programma: pregare, studiare, amare.
Tra le tante sante persone che il Signore ha posto sul mio cammino rimane in me un particolare ricordo del P. Francesco M.Franzi.
Come evidenziano le foto pubblicate ultimamente su questo sito, l'aspetto fisico era simile a quello di Paolo VI e anche il temperamento, ma di questo santo vescovo sono colpito da come visse. Penso che si possa sintetizzare la lunga vita di P. Franzi con i tre verbi: pregare - studiare - amare. Quanto scrivo l'ho verificato personalmente, essendo vissuto accanto a lui per diversi anni, a Novara, a Re e anche in certe predicazioni fuori diocesi...
Fedeltà al programma quotidiano:
levata 5,30
Preghiera dalla 6 alle 7,40
lavoro in curia dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17,30
17,30 Vespro con i canonici del Duomo
19, 30 Cena a cui seguiva Rosario.
Fino a tarda età, o meglio fino agli ultimi giorni fu fedele a questo programma.
Studio: in biblioteca conserviamo i suoi libri: sono tutti sottolineati e annotati. Non aveva il culto di avere una bella biblioteca, ma l'attenzione all'aggiornamento; soprattutto erano due le materie nelle quali si teneva aggiornato: mariologia e teologia morale.
Amare: amare il popolo cristiano al cui servizio aveva associato la sua vita. Nessuno doveva prenotare udienze: la sua porta si apriva per tutti e in ogni ora. Mi piace riportare questa foto che ce lo presenta in casa di una persona anziana (molto sorda) per la visita pastorale e poi quella persona coglie l'occasione per la S. Confessione. E per amare tutti ecco la corripondenza. Rispondeva personalmente a tutte le lettere e ringraziava per iscritto anche per il dono di una scatola di biscotti. C'é forse un archivio parrocchiale che non conservi una sua lettera?
Come c'insegna Papa Francesco stiamo attenti a studiare e ad imitare i santi della porta accanto... sì coloro che accanto a noi hanno camminato decisamente verso la santità!
Stiamo attenti ad imitare i santi che il Signore pone sul nostro cammino oggi perché in ogni tempo ed in ogni luogo il Signore energie nuove alla sua Chiesa... ecco le energie nuove; i santi
Deo Gratias et Mariae!